Come capire il Signoraggio Bancario (parte 10/10)
Veniamo alla teoria del signoraggio bancario che circola in rete:
Per questa teoria, la classe dei banchieri crea a piacimento banconote che poi presta allo stato facendosi pagare il valore nominale della banconota tramite obbligazioni governative. In pratica, se la BCE stampa una banconota da 100 €, gli stati facenti parte dell’euro devono dare a tale ente un obbligazione statale di pari valore, che però negli anni aumenta a causa dell’interesse creato dalla stessa obbligazione e di conseguenza tenendo tutto il mondo in una schiavitù economica (potete cercare su google la parola signoraggio e vi farete una cultura al riguardo).
Come utilizzare la riserva Frazionale (parte 9/10)
Nella seconda metà del XX secolo, le banconote (stampate con sottostante) necessarie alla popolazione per effettuare gli scambi commerciali non erano più sufficienti (non vi era sufficiente oro nel mondo). Si cominciò a stamparne senza sottostante con l’ovvia esplosione dell’inflazione. A quel punto l’allora Presidente R. Nixon decise che gli Stati Uniti non riconoscessero più l’equiparazione dollaro/oro, uscendo in pratica dal Gold Standard. Tale decisione fu seguita a ruota dalla maggior parte degli stati.
Il sistema Gold Standard (parte 6/10)
di Giacomo BrunoPer eliminare il problema inflazione (e siamo già in pieno medioevo), le singole nazioni cominciarono a creare conio di piccola taglia solo se era presente nei forzieri dello stato dell’oro in garanzia. Questo sistema fu poi utilizzato come base da tutto il mondo creando il così detto sistema “Gold Standard”. Ovviamente per la perfetta riuscita del meccanismo, ogni stato doveva per forza creare moneta solo se aveva il sottostante (oro in cassa) e non doveva barare sulla composizione delle monete d’oro… cosa che non accadeva quasi mai (in modo da arricchirsi tramite il signoraggio) e, di fatto ogni stato subiva un inflazione (più o meno galoppante).
Dalla Moneta al Signoraggio (parte 5/10)
di Giacomo BrunoCon il conio si è risolto il problema delle truffe sulle monete e si diede garanzia a tutti che la moneta aveva il valore dichiarato. Rimaneva però il problema del frazionamento che permettesse di comprare oggetti di poco valore.Dato che una moneta non poteva avere dimensioni microscopiche per poter formare dei “tagli” piccoli adatti al commercio comune, si è pensato di creare delle monete in materiale non nobile (il più usato dei quali fu il rame) che equivalesse a cifre piccole sottomultiple di una moneta d’oro o d’argento. I più evoluti da questo punto di vista (rispetto all’epoca) furono i Romani. Crearono monete di tutti i valori in grado di soddisfare qualunque esigenza.
Lo sviluppo del baratto (parte 3/10)
Insieme al baratto nascevano però i primi problemi tecnici nello scambio dei beni. Infatti, se un allevatore voleva mangiare della verdura avrebbe dovuto scambiare ad esempio un vitello che però per motivi intrinseci vale sicuramente di più di un paio di patate!
Il primo problema da risolvere era quindi un sistema di rapporti di scambio. Valutare cioè ogni singolo prodotto rispetto ad un altro: ad esempio un coniglio equivaleva a 30 kg di verdura, una casa a 5 pecore e così via.
La nascita del baratto (Parte 2/10)
Il grande salto avanti si ebbe quando l’uomo è diventato stanziale. Infatti, man mano che la terra si popolava, il trasferirsi di continuo alla ricerca di risorse non era più sufficiente in quanto qualcuno era già passato prima di loro. Gioco forza l’uomo cambiò strategia per sopravvivere e, nella fattispecie, dovette trovare un modo per avere risorse senza doversi spostare di continuo.
Cause ed effetto della crisi economica (Parte 3)
In Islanda negli anni scorsi si è puntato molto nel settore bancario per due motivi: Il primo perché la gente ha un alta istruzione generale e quindi ambisce a lavori di concetto; il secondo perché non producendo quasi niente sono costretti a comprare dall’estero aumentando di anno in anno il loro debito pubblico. La pensata “geniale” fu quella di creare dei conti correnti competitivi (nello stesso stile del conto arancio molto in voga nel nostro paese) da piazzare agli stessi islandesi, ma soprattutto al mercato esterno, per incamerare capitali provenienti da paesi con moneta forte.
Cause ed effetto della crisi economica (Parte 2)
La banca più esposta è risultata essere la Lheman and Brothers che con il suo fallimento si è tirata dietro anche numerose piccole banche che si appoggiavano (in tutto il mondo) ad essa per i prodotti finanziari. Inizialmente la L&B come anche tutte le altre hanno pignorato le varie case dei malcapitati rientrando anche se parzialmente dei capitali prestati, ma per fare ciò le istituzioni bancarie hanno immesso nel mercato numerosi immobili facendo ribaltare di fatto il rapporto domanda/offerta creando quindi una svalutazione del mattone che ha perso negli ultimi 2 anni in USA il 30% del valore.
Cause ed effetto della crisi economica (parte 1)
di Giacomo BrunoBuongiorno a tutti gli utenti del blog, mi trovo a Reykjavík in Islanda dove sono venuto a trovare mio fratello che lavora in questa stupenda e serafica capitale del Nord Europa. “Fortuna” (si fa per dire) ha voluto che dopo essermi scontrato con il forte della crisi di ottobre mentre ero nel cuore della City, adesso mi ritrovo faccia a faccia con l’economia di un paese sull’orlo nel baratro.
La crisi incombe? Niente Panico!
di Giacomo BrunoIn questi giorni stiamo assistendo ad un vero e proprio collasso dei mercati azionari che colpisce soprattutto i titoli bancari ed assicurativi, i quali arrivano a perdere anche il 10% in un giorno. Con il mio articolo vorrei raccomandarvi soltanto di non perdere la calma ed evitare il panico ma anzi vi suggerisco di sfruttare al meglio questa opportunità finanziaria.