Come muoversi tra soddisfazione e motivazione

Stefano BerdiniCredo e sono convinto che non esista persona sana che non ricerchi per la propria vita il benessere, in qualsiasi ambiente egli si trovi. Ad esempio nel lavoro di ogni giorno, nell’azienda in cui si lavora, una persona si sente bene quando “sta bene” ma soprattutto quando “si sente percepita bene”. È evidente allora che non basta sentirsi bene ma è necessario che, per il ruolo e la responsabilità che mi sono state affidate, per il modo in cui svolgo le mie mansioni, per quanto possa sentirmi accettato e compreso, sappia riconoscere la buona percezione che tutti gli altri, capi, colleghi e collaboratori mostrano nei miei confronti. A questo punto allora vorrei dare qualche consiglio ai capi o comunque a chi ha la responsabilità di gestire un’azienda ma soprattutto le persone che in essa lavorano.  

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Come cambia il rapporto con l’azienda da dipendente a libero professionista

Alessandro Muscinelli Laura TentoliniIl libero professionista cerca clienti perché sono la sua unica fonte di reddito. Non si può permettere di restare a casa ad aspettare che i clienti vengano da lui. Più clienti ci sono e meglio è. All’inizio vanno bene tutti i tipi di clienti, anche quelli più piccoli. Tanto più ampio e variegato è il portafoglio clienti, tanto maggiori saranno le possibilità di avere sempre lavoroI contatti del professionista devono essere di vario tipo per diversificare il più possibile committenti e incarichi. Naturalmente il professionista deve trovare il giusto equilibrio tra la domanda e l’offerta: deve restare sul mercato e garantirsi una certa soddisfazione e continuità di lavoro nel tempo.

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