Perché investire nella formazione

Il fondatore dell’action learning, Reg Revan, nei suoi studi sottolinea un concetto, oggi importantissimo, visti i rapidissimi cambiamenti imposti dal mercato; egli sostiene che, per sopravvivere, un qualunque organismo deve avere una capacità di apprendimento pari o superiore alla proporzione del cambiamento del suo ambiente.
Emergono, da questa semplice e logica constatazione, alcune conseguenze per le aziende:
- la formazione continua del personale deve fare parte della cultura d’azienda;
- la formazione deve essere realizzata attraverso il training aziendale;
- la crescita professionale può essere realizzata se la formazione è basata su un accurata analisi delle differenze tra le competenze possedute e quelle attese nei ruoli previsti dal percorso di crescita;
- l’educazione continua dei dipendenti,insieme alla ricerca, sono quindi i pilastri di un azienda che mira a svilupparsi nel medio e lungo termine.
La piccola e media industria potrà, in parte, superare il problema dei costi se migliorerà le proprie conoscenze su due aspetti collegati alla formazione del personale:
- Esiste la possibilità di accedere ai Fondi interpersonali per la formazione, il cui ammontare finanziario è stimabile in poco più di 5 miliardi di euro l’anno. Di questi, circa 1 miliardo viene messo a disposizione dalle Leggi nazionali di sostegno (n. 236/1993 e n. 53/2000), dai Fondi paritetici interprofessionali e dal Fondo sociale europeo.
- Esistono metodi e strumenti innovativi, come ad esempio l’utilizzo di piattaforme tecnologiche con cui si realizzano metodologie di apprendimento come e-learning, lezioni virtuali, webseminari, mobile-learning e strumenti moderni di networking. L’utilizzo di questi strumenti permette di realizzare la formazione con notevoli risparmio sui costi e con il minimo disturbo all’organizzazione.
A cura di Pierpaolo Sposato









