Mantenere la produttività nei periodi di crisi

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Ho partecipato, in questi giorni, ad un Forum di discussione tra specialisti di Risorse Umane, registrati sul sito della Video; il Forum è stato aperto da Fabrizio Cotza con un intervento intitolato “Creatori e Dissipatori di valore”.

Le osservazioni di Fabrizio partivano dalla constatazione che, anche in un periodo di crisi così profondo come l’attuale, esistono aziende che, pur appartenendo a settori in sofferenza, continuano a fornire risultati positivi. Riporto per intero i concetti espressi da Fabrizio, a cui non voglio togliere la paternità di questa interessante teoria:
C’è la crisi, e questo è fin troppo evidente. Eppure a parità di mercato, settore merceologico e zona geografica si riscontrano sempre più frequentemente due opposte categorie: molti stanno andando male e alcuni stanno andando meglio di prima.

Il dato è talmente evidente e interessante che è stato oggetto di studi per comprendere quali fossero i fattori che portano a questa apparentemente inspiegabile diversità di risultati.
La prima, e più significativa differenza, si è scoperto che non era data dai prodotti o dai servizi offerti, bensì dalla “qualità” delle persone che lavoravano all’interno della struttura.


Solitamente in un luogo di lavoro troviamo due diverse tipologie di persone: i creatori di valore e i dissipatori di valore. I creatori di valore sono sostanzialmente tutti coloro che fanno percepire al cliente una sorta di valore aggiunto, in termini di “esperienze emozionale”. I dissipatori, al contrario, sminuiscono o tolgono valore a causa di atteggiamenti negativi o indisponenti.

I creatori di valore hanno caratteristiche ben definite: sono generalmente allegri e sorridenti, con un approccio positivo alla vita e al lavoro. Se c’è un problema sono abili a trovare spontaneamente una soluzione e comunque non drammatizzano la situazione. Sono persone molto attente ai particolari, affidabili, responsabili. Non c’è bisogno di correggerle continuamente perché tendono ad auto-correggersi o a non fare più lo stesso errore. Sono persone generose ed altruiste, che aiutano i colleghi in difficoltà e si prodigano per il bene del gruppo e non solo per il loro interesse particolare. Con i clienti riescono ad instaurare un rapporto di grande affinità. Hanno la capacità di fare quei piccoli gesti o di avere quelle piccole attenzioni che fanno sentire importanti le altre persone, gratificandone più che altro l’aspetto psicologico.

Al contrario chi è il dissipatore di valore? E’ quello sempre imbronciato, poco portato al sorriso, perennemente con problemi di natura personale, pessimista per natura e piuttosto negativo su tutto!
E’ quello che bisogna riprendere costantemente, a cui non va mai bene nulla, che si lamenta di tutto e di tutti ma che raramente si mette a sua volta in discussione.

Tende a fare le cose a metà o comunque senza attenzione ai particolari. I clienti hanno la percezione di sentirsi “dei pesi” ed i colleghi evitano di chiedere la loro collaborazione perché già sanno che la risposta sarebbe una smorfia o una lamentela.

Mi pare ovvio che per entrambi i casi stiamo descrivendo degli estremi, raramente riconducibili alla realtà, ma serve per dare l’idea della diversità tra le due tipologie di persone.


Avere nel proprio staff creatori di valore piuttosto che dissipatori è il primo dei fattori che distingue le aziende che stanno andando bene da quelle che invece stanno soffrendo. Perché i prodotti ormai si trovano ovunque, mentre le persone gentili e disponibili sono una rarità e sempre più faranno la differenza.”

Il mio contributo alla discussione è stato quello di far notare a Fabrizio che queste differenze non possono essere considerate casuali  ma presuppongono un sinergismo tra due fattori; da un lato l’esistenza di imprenditori capaci di creare delle organizzazioni motivanti e dall’altro gruppi di dipendenti che rispondono a quelle politiche, adottando comportamenti che creano valore.
Ho chiarito sul mio Ebook “ Capi non si nasce “ cosa si deve intendere per organizzazione motivante: un’organizzazione motivante è quella che, nel rispetto di rigorosi e solidi obiettivi di business, riesce a mettere in atto politiche retributive che riconoscano ruoli e meriti dei dipendenti, processi di sviluppo che favoriscano la crescita professionale e processi di gestione delle prestazioni, basati sulla leadership autorevole.

Le dinamiche economiche che hanno caratterizzato la gestione delle imprese in questi anni, gli effetti della globalizzazione e di scelte politiche a livello nazionale, hanno provocato, purtroppo, delle distorsioni nei rapporti tra datori e prestatori di lavoro; la così detta riforma Biagi, contrariamente a quanto si auspicava, ha avuto e sta avendo delle applicazioni puramente economiche e non di modernizzazione della contrattualistica del lavoro.

Si sta assistendo, dagli inizi degli anni 2000, ad un crescendo di comportamenti che fanno intuire l’esistenza di un’imprenditoria esclusivamente concentrata sulla riduzione del costo del lavoro; questi imprenditori non considerano la risorsa umana come un fattore di vantaggio competitivo e, pertanto, non sono in grado di creare i presupposti, per poter pretendere da essa  prestazioni che siano nelle aspettative aziendali.
Ecco spiegato il perché quelle aziende che, per contro, hanno saputo sviluppare nei dipendenti comportamenti creativi, riescono ad avere risultati positivi anche in periodi di crisi; la risorsa umana è il loro grande vantaggio competitivo.

A Cura di Pier Paolo Sposato,
Autore di “Capi non si Nasce”

Pubblicato il: 13 Marzo 2009