Come scrivere per la TV

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Sì – come diceva Einstein – le idee buone sono molto rare. La creatività è inesauribile, ma sino a un certo punto!
La libera fantasia ha il vantaggio di poter spaziare in mondi dimensioni, universi, senza confini, “senza più pareti”, come la stanza di Gino Paoli. Posso immaginare la vicenda più assurda, creare un mito, inventare un personaggio stravagante, scrivere un romanzo di cinquecento pagine, comporre magnifici versi quasi una nuova “Divina Commedia”… Ma “pensare per la televisione” è un’altra cosa.

Vuol dire imprigionare questa libera creatività in una gabbia, o meglio darle dei binari, sottoporla a delle regole. Un architetto può progettare una casa nei modi e nelle forme più diverse, squadrata, circolare, in mattoni, pietra, legno, acciaio, plexiglas. Ma un’abitazione dovrà anzitutto racchiudere uno spazio, e poi proteggermi dalle intemperie, avere luoghi in cui soggiornare, cuocere il cibo e così via. Cioè rispondere a delle esigenze insopprimibili, rispettare alcune funzioni basilari.


Accade qualcosa di analogo per un programma televisivo, quiz-show, telefilm, sit-com, reality-show ecc. Un programma tv non è una poesia, non è un racconto fatto di descrizioni e prolisse riflessioni sulla vita e sulla morte, non è un quadro astratto in cui s’incontrano e si scontrano delle macchie di colore, né una statua informale con metalli che si attorcigliano in maniera imprevedibile. No, è un progetto che s’indirizza a dei consumatori, risponde a precise aspettative o magari può crearle.


Con il mio manuale “Come scrivere per la tv” indico e suggerisco come incanalare la creatività dell’aspirante autore nei canoni e nelle strutture di un programma tv. In poche parole come pensare un programma televisivo in concreto, senza perder tempo con le teorie, o invischiarsi nelle grammatiche e nelle sintassi del linguaggio per immagini. E poi a scriverlo e a proporlo, o viceversa.

A cura di Leandro Castellani
Autore di “Scrivere per la TV”

Pubblicato il: 13 Gennaio 2010