Come promuovere online l’identità di un territorio

Tra questi nuovi TLD (top-level domain) ci sono anche quelli di autentiche bandiere del made in Italy, come “.pizza” e di importanti città, italiane ed estere. Troviamo poi termini di uso comune, come: “.photography”, “.tips”, “.photos”, “.company”, “.technology”, “.gallery”, “.computer”, “.systems”, “.estate”, “.graphics”, “.bike”, “.construction”, “.careers”, “.shoes”, “.camera”, “.center”, “.domains”, “.guru” e “.today”. Roma aveva in mente di “acquisire” il dominio “.roma” per permetterne poi l’utilizzo ad aziende ed altre realtà operanti sul territorio, un po’ come avviene ora per i domini geografici “.roma.it”.
L’idea però è sfumata, in quanto la nostra capitale non s’è mossa per tempo e s’è fatta soffiare la nuova TLD dalla Top Level Domain Holdings Limited, azienda con sede a Londra, che ha acquistato tra gli altri anche il citato “.pizza” e il “.casa”. Altre città sono invece riuscite ad assicurarsi il proprio dominio, tra queste Parigi, con “.paris”, Berlino, con “.berlin”, Londra, con “.london”, Amsterdam, con “.amsterdam” e New York, con “.nyc”. Stesso discorso anche per alcune regioni, come “.catalunia” e “.corsica”, domini registrati dalle rispettive autorità territoriali.
Un’occasione persa quindi per Roma, ma in realtà nulla di così grave. Il valore di questi, ed altri, nuovi domini, è tutto da dimostrare. Personalmente sconsiglio di investire grosse cifre nei vari pre-order di nuovi domini, ma di concentrarsi sulle TLD più “pregiate” come “.it”, per noi italiani e, più in generale, “.com”. La scelta del nome a dominio ha ancora una notevole rilevanza nel successo di un sito e la TLD è, ovviamente, una parte fondamentale dello stesso, ma la qualità dei contenuti e dei servizi offerti ha di certo un peso maggiore, di ogni altro elemento.
a cura di Lorenzo Renzulli
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