Come motivarsi al cambiamento

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Un aspetto da mettere subito in chiaro è cominciare a capire che cosa è reale e che cosa non lo è. Ti sarai accorto che per orizzontarci in questo mondo così complicato, ci creiamo nella nostra testa un modello di realtà valido solo per noi stessi.

Osserviamo il mondo attraverso la lente del nostro modello mentale e ciò ci rende la vita più facile. Semplifichiamo la realtà che ci circonda e tendiamo a riprodurla attraverso le abitudini.

Il mondo cambia? Certo, ogni giorno, ma che cosa non cambia? Il modello. Il mondo è cambiato, il mio modello no. E com’è che rimango nel mio modello se la realtà non è più la stessa? Siamo ancorati alle abitudini. Abbiamo paura del cambiamento. Se io non cambio modello, posso cambiare la mia realtà?

Ecco una prima brutta notizia: se non muto modello, non c’è nulla che possa fare per cambiare la mia realtà.

C’è una ragione per la quale, pur rendendomi conto che il mondo intorno a me sta cambiando, continuo ad usare lo stesso modello? Le ragioni in realtà sono due. In primo luogo, il cervello funziona in economia. Ricordi le tue prime lezioni di guida? Quanta energia impiegavi nell’apprendere a guidare l’auto? Tantissima. Adesso, mentre guidi pensi ad altro, tanto il pilota automatico che hai in testa guida per te.

L’abitudine
di ciò che hai appreso ti fa spendere un minimo energetico, non c’è alcuno spreco di energia. Quando, invece, non c’è il minimo energetico, il cervello cosa fa? Si oppone al cambiamento, al dispendio di energia. Le abitudini costano poco e siccome il cervello è un grande economo, tende a risparmiare.

Il secondo motivo è che è necessaria più energia per cambiare che per mantenere un’abitudine. L’energia è indispensabile per creare nuovi modelli. Il limite di oggi non è quello di domani. Il mio limite attuale è quante informazioni il mio cervello è in grado di memorizzare. Qual è il limite di un uomo dell’età pietra che vive in una caverna? Qual è il suo limite fisico, biologico? Quello del modello, ma se glielo cambiamo, cosa creiamo? Senza dubbio un individuo meno limitato.

Per avere meno limiti è necessario espandere il modello, ma sei tu che devi decidere di uscire da quel modello. Il modello è limitato per definizione. Se è limitato, è anche limitante. Quante lingue posso parlare? Tutte quelle previste dal modello. Quindi, se parlo una lingua soltanto, il mio limite è quello di conoscerne una sola. Se sapessi parlare cinque lingue? Quello sarebbe il mio limite. Eppure, a pensarci bene, questi limiti non sono reali. Il limite è del modello, non della realtà.

Ti faccio un esempio molto semplice. In questa realtà, guadagno ogni mese mille €. Se voglio cambiare, dovrò creare un nuovo modello. Quindi, il modello che comincerò ad elaborare prevedrà che ne guadagni almeno diecimila. Lo abbiamo già detto: l’unico modo che ho per cambiare la mia realtà è cambiare modello. Il modello che ho è fondamentale, ma è solo il trampolino di lancio, non il punto di arrivo.

Capiamoci bene: se vuoi cambiare la realtà nella quale vivi, non sei tu che devi cambiare, ma il modello. Se incontro un affamato, cosa faccio? Sul momento, placherò la sua fame, ma dopo gli insegnerò a pescare perché non debba più morire di fame. All’inizio mi sono adeguato al suo modello, poi però l’ho aiutato a cambiarlo. Cambiandogli il modello, ho cambiato anche la sua realtà.

Se hai un modello che dice “Non ce la farò mai!”, quale sarà la tua realtà? Che non ce la farai mai. Cosa potresti fare allora? Caricarti ripetendoti: “Forza, dai. Vedrai che ce la puoi fare”? Sbagliato! Dovrai dirti piuttosto: “Cambia modello. Comincia a pensare di poterlo fare”. Se tu cominci a tentare di farlo e ti focalizzi su quel nuovo modello, sai cosa cambia? La realtà. Se cambi il modo di percepire cambia anche la tua esperienza.

A cura di Alberto Lori
Autore di Dalla PNL alla QuantisticaL’Arte della ComunicazioneParla Come Mangi e altri ebook

Pubblicato il: 29 Ottobre 2010