Come modificare il comportamento

La parte della neocorteccia è tutta da cablare, ecco perché poi diciamo che usiamo il cervello in percentuale minima. Il cambiamento va costruito. Se analizziamo il cervello come una sovrapposizione di tre parti, vediamo che la formazione reticolare ha il controllo su tutto quello che c’è sopra. L’ufficio centrale è rappresentato dal sistema limbico che deve sapere tutto quello che passa per il corpo e deve accettarlo. Al secondo piano c’è il cervello neocorticale, esteso per aree. Mentre il cervello emotivo dei mammiferi è unico, la neocorteccia è divisa in due emisferi, destro e sinistro. C’è un’altra divisione che provoca ulteriori dinamiche conflittuali. L’informazione è palleggiata destra/sinistra, sotto/sopra. L’informazione è scansionata da ciascuna parte secondo il proprio punto di vista. Diventa problematico metterle insieme ed è questa la fase in cui entriamo in confusione.
La parte del cervello che c’interessa è proprio la neocorteccia perché l’altra è già cablata, questa invece la possiamo modificare, direi quasi educare. Il modello ce lo costruiamo noi. Serve allora un meccanismo per agire sul modello e, di conseguenza, cambiare la realtà. Tutte le parti del cervello sono separate, e ognuna di esse ha una funzione specifica. Il lobo frontale è la zona più evoluta. La neocorteccia ha a che fare con l’analisi più sofisticata delle informazioni. Quando le informazioni arrivano in quest’area, però, sono già filtrate, e solo una piccola parte di esse vi arriverà: in fondo è questo il motivo per il quale il modello non potrà essere mai la realtà. Ciò che vi arriva realmente è condizionato sia dai filtri (esperienze del passato ed emozioni) sia dal modello di appartenenza. I sistemi sensoriali stessi sono influenzati dal modello del passato: così, quello che vedrai sarà quello che hai già visto, sperimentato, ciò che vivrai sarà ciò che hai già vissuto in precedenza. E allora, come se ne esce? QUANTUN FREEDOM ve ne darà la risposta.
a cura di Alberto Lori
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