Come attuare una spending review aziendale

L’imprenditore domandava, dunque se, sulla scorta dei principi che guidano la spending review governativa, la magistratura del lavoro avrebbe potuto accettare che l’azienda procedesse ad una riduzione della retribuzione dei dipendenti su base individuale.
Il problema posto dall’imprenditore che, ovviamente, voleva evitare l’insorgere di una ingestibile conflittualità, può avere tre diverse soluzioni:
- la prima azione che l’imprenditore potrebbe mettere in atto senza problemi (a meno di diversa previsione contrattuale) è quella di considerare i superminimi assorbibili da futuri incrementi contrattuali; questa azione è priva di rischi vertenziali, ma produce i suoi effetti su tempi molto lunghi.
- la seconda opzione è quella di tentare una trattativa individuale, nel caso esistano evidenti e dimostrabili condizioni economiche tale da imporre una più aggressiva spending review. Non deve essere considerato impossibile proporre al dipendente una riduzione concordata della retribuzione, partendo dall’ipotesi che, se la magistratura accetta il demansionamento come mezzo per evitare un possible licenziamento, a maggior ragione dovrebbe accettare una riduzione della quota integrativa della retribuzione. Questi accordi vanno, ovviamente, ratificati in sede sindacale.
- ultima opzione è il licenziamento economico per giustificato motivo oggettivo, non dimenticando però che la casistica è ancora troppo limitata per poter prevedere, con una buona approssimazione, l’atteggiamento della magistratura del lavoro. Alcuni giudici, a fronte delle modifiche apportate dalla riforma del mercato del lavoro, nello specifico all’art. 18, si sono espressi contro il licenziamento giustificato dalla riduzione dei costi.
A cura di Pier Paolo Sposato









