Tre segreti per individuare una società vincente a cui prestare i propri soldi

Stefano MartemucciLa multinazionale di cui parliamo, fondata nel 1961 in provincia di Belluno, ha festeggiato quindi i suoi primi 50 anni di vita con un fatturato che ha raggiunto la soglia dei 6,2  miliardi di euro (+7,3%), con 65 mila dipendenti
Niente male per il fondatore, pugliese di origine che in giovane età si è ritrovato orfano a Milano al collegio dei Martinitt e dopo lavoretti saltuari si è dedicato alla sua grande passione: gli occhiali.
Nel 2011 la rivista Forbes lo ha definito il secondo uomo più ricco d’Italia,  con un patrimonio stimato di 11 miliardi di dollari, dopo il patron della nota crema spalmabile alle nocciole.
Il mese scorso l’azienda ha suscitato grande ammirazione per un successo superiore ad ogni stima il collocamento del bond (obbligazione) a sette anni di 500 milioni di euro a meno del 4% di tasso di interesse, sottoscritto in mezz’ora con una richiesta da parte degli investitori superiore a 18 volte l’offerta. Questo accade solo ai cavalli di razza su cui gli investitori puntano senza esitazione.

Gli investitori non si fidano solo del buon rating assegnato da Standard & Poor’s (Bbb+), ma preferiscono avere notizie di prima mano che la società per la verità mette a disposizione con grande chiarezza sulla sezione apposita del proprio sito aziendale.
Proviamo a ragionare insieme per capire la valutazioni che possono aver fatto per investire in questa multinazionale.

Consideriamo i dati al 31/12/2011 disponibili nella sezione investors del sito aziendale. I dati economici sono confortanti, innanzi tutto l’aumento delle vendite già detto, poi per il reddito operativo è pari a 807 milioni di euro (13% rispetto al fatturato), in linea con i dati dell’anno precedente, con un utile netto pari a 458 milioni di euro (7,4% del fatturato) . 

Il primo segreto sta nel ROI,  la redditività del capitale investito, che risulta in miglioramento raggiunge il 9,3% (8,9% nel 2010), quindi la multinazionale italiana è stata ancora più brava a fare il proprio mestiere (produrre e vendere occhiali), perché questo re degli indici di bilancio, il ROI, suggerisce sinteticamente ed in percentuale l’abilità dell’imprenditore nel settore di riferimento, senza considerare le politiche di bilancio, le politiche fiscali e l’assetto finanziario dell’impresa. Valuta solo il core business. 
La struttura patrimoniale appare solida con un ricorso al capitale proprio del 41%, stabile nell’ultimo esercizio (nel mio ebook suggerisco che già il 33% è un ottimo valore).

Il secondo segreto è valutare l’EBITDA.
L’aspetto finanziario sintetizzato dal Margine operativo lordo (EBITDA)  mostra un buon andamento con un miglioramento rispetto all’anno precedente (1.131 milioni pari al 18% del fatturato) e con un Free cash flow pari a 496 milioni di euro. 
Quest’ultimo valore è il nostro terzo ed ultimo segreto, esso indica la liquidità che rimane all’azienda dopo aver fatto funzionare l’attività corrente (working capital), dopo aver fatto gli investimenti, pagato le tasse e oneri finanziari, il denaro insomma che può essere destinato a rimborsare i debiti finanziari. 

Quindi in definitiva la nostra multinazionale chiede sul mercato finanziario un prestito obbligazionario di 500 milioni di euro, avendo un tesoretto di liquidità prodotto nel 2001 pari a 496 milioni di euro (il free cash flow), in effetti si presenta con delle ottime referenze. Anche voi neofiti che leggete questo articolo vi sentireste tutelati abbastanza nel prestare ad un vostro ipotetico amico una somma di denaro che vi restituirà in sette anni se quasi la stessa somma lui la risparmia in un anno (il risparmio è uguale alle entrate meno le uscite). 
Il free cash flow è il risparmio finanziario della gestione aziendale prodotto in un anno.
Benvenuti nel magico mondo delle analisi di bilancio e vi ho appena svelato tre piccoli trucchetti efficaci per incominciare.

A cura di Stefano Martemucci

Pubblicato il: 2 Maggio 2012