Il talento e’ il ricordo di se’

mauro-ventola“Un musicista deve fare musica, un artista deve dipingere, un poeta deve scrivere,
se vuole essere in pace con sé stesso. Ciò che un uomo può essere, deve essere. Deve essere fedele alla propria natura. Questa necessità si può chiamare l’auto-realizzazione“.

Abrham Maslow

Il talento è uno dei modi per riconoscere la differenza che fa la differenza nella propria esperienza soggettiva. Quello che siamo da quello che non siamo; l’essenza dalla personalità. E’ una componente fondamentale nel nostro viaggio dell’eroe, per il semplice motivo che per esprimere il nostro talento dobbiamo necessariamente accedere ad uno stato di coscienza diverso.

E proprio quello stato superiore di coscienza, è la chiave per renderci conto di quali sono le differenze all’interno di noi tra quando ci ricordiamo di noi stessi, e quando al contrario cadiamo nel sonno della dimenticanza, nei ‘sogni ad occhi aperti’, ossia persi in una vita meccanica ed accidentale, ‘cantando sempre la stessa canzone per anni‘.

Esprimere il proprio talento non è necessario alla sopravvivenza. Si può vivere anche senza. La natura, infatti, sviluppa l’uomo fino ad un certo punto, e non oltre. E’ la dinamica dell’evoluzione meccanica, che ha come fine quello della sopravvivenza psicologica dell’uomo. Il talento è un portale.

Per questo è stato riconosciuto sia dai mistici che dagli psicologi come uno dei passi più importanti nella comprensione di ciò che siamo. Ogni volta che esprimiamo il nostro talento, al contrario, siamo su un dominio esistenziale diverso, siamo maggiormente coscienti. Così, dal mio punto di vista, il talento può essere considerato a tutti gli effetti uno degli ‘strumenti per l’evoluzione cosciente’. Questo è tutto il cosa; in “Scopri il tuo Talento” spiego il come.

A cura di Mauro Ventola

Pubblicato il: 28 Ottobre 2013