Dalle favole alla realta’
In un’intervista radiofonica il noto psichiatra Vittorino Andreoli ha commentato il moderno modo di relazionarsi o meglio di cercare un approccio con un partner, tramite chat, annunci e agenzie matrimoniali e delle sempre crescenti difficoltà di costruire una relazione stabile e appagante, lungi dal giudicare questi metodi, ha però affermato che il problema della crisi dei rapporti di coppia nati grazie a questi metodi sta a monte.
In pratica non è importante il mezzo che si utilizza per cercare un nuovo partner ma il fatto che l’individuo “deleghi” totalmente la riuscita o meno dell’incontro a qualcosa o qualcun altro senza assumersene in prima persona la responsabilità.
In agenzia matrimoniale se non si trova il partner affine la colpa è del consulente che non è riuscito a capire le vere esigenze personali (esempio tipico: a me piace il mare e a lui la montagna, se il matrimonio si rompe è perché “ da quando il computer è entrato in questa casa sono iniziati i nostri problemi, lei chattava sempre e ha trovato il bellimbusto” per arrivare alle frasi paradossali del tipo “anche il matrimonio non è più quello di una volta!”)
Quindi si cerca un colpevole, un qualcosa o qualcuno su cui scaricare il fallimento della propria relazione ma così facendo si sposta l’attenzione da sé stessi a qualcosa di esteriore e alla fine il prof. Andreoli ha focalizzato il vero nocciolo della questione ossia: è l’individuo in sé ad avere dei problemi e non: la “coppia”, il partner, il matrimonio, la società, il governo etc etc…
Ha definito gli uomini affetti da sindrome di Peter Pan e le donne da quella della Bella Addormentata…due fiabe per l’appunto ma destinate ad avere, anziché il classico lieto fine “e vissero felici e contenti”, un epilogo molto meno romantico.
I moderni Peter Pan sono:
- Il ragazzo dai 30 ai 35 che abita ancora con i genitori e non pensa minimamente a schiodarsi da questa comoda situazione a volte prendendo come alibi il fatto che con i 1000,00 euro al mese non può sicuramente mantenersi e prolunga per un tempo oltre il dovuto la condizione di “figlio” che ovviamente non è mai pronto ad assumere il ruolo di marito, capo famiglia e genitore e quindi più che una compagna cerca una “mamma” ma quale coetanea è disposta a prendersi in affido un bamboccione?
- L’uomo dai 40 ai 55 anni che dopo un lungo rapporto matrimoniale o convivenza, spesso con prole, si ri-trova single o perché ha casualmente incontrato una ragazza che gli fa “battere il cuore” come a vent’anni, o perché la compagna l’ha lasciato (spesso di stucco) per un uomo più affascinante coinvolgente e meno noioso (che a sua volta ha lasciato la sua partner). Ma molto spesso (per non dire sempre) la relazione immediatamente successiva a quella storica non è destinata a durare a lungo, proprio perché nata sotto la spinta di un troppo facile entusiasmo o per riempire il vuoto di una solitudine difficile da sopportare.
Quindi questo Peter Pan di mezza età decide di “non soffrire più” volando da un flirt all’altro senza mai effettivamente impegnarsi totalmente, entrando nei rapporti con grandissime riserve mentali che minano già in partenza il coinvolgimento necessario alla riuscita di un rapporto soddisfacente.
Le Belle addormentate sono:
- Tutte le donne.
Dentro ogni donna c’è la speranza che con l’arrivo “dell’uomo giusto” la vita sarà migliore, più colorata e appagante e fino a quel momento si rimane in uno stato di trepidante attesa, insomma si pensa che la vita vera si vivrà solo quando ci sarà il fatidico incontro.
Nel mio ebook “Piacersi per Piacere” ho scritto dell’analogia con la Bella addormentata molto tempo prima di ascoltare il prof. Andreoli e suggerisco appunto di non rimanere troppo a lungo addormentate perché il principe arriva quando siamo sveglie.
Come diceva Andreoli il percorso da fare affinchè le relazioni affettive e sentimentali possano funzionare è individuale e personale. Come?
Ognuno troverà i modi più adeguati. Può essere sufficiente leggere e mettere in pratica i suggerimenti di alcuni libri e ebook che trattano argomenti inerenti all’autostima, alla seduzione e alla comunicazione.
Oppure affidarsi ad un esperto coach o counseller e nei casi più complessi ad uno psicologo o psicoterapeuta, oppure iscriversi a corsi e seminari di crescita personale.
Insomma la prima cosa da fare innanzi tutto è assumersi le proprie responsabilità e capire che per migliorare i rapporti di coppia, oggi diventati quasi impossibili da sostenere, non è assolutamente utile dare la colpa alle situazioni, alle cose, o agli altri.
Quindi se vi accorgete di pronunciare qualcuna delle seguenti frasi:
“Io non credo più nel matrimonio”, “…tanto l’amore non è eterno…”, “Tutti gli uomini sono uguali”, “tutte le donne prima o poi rompono…”, “La colpa è sua perché è cambiato/a”…
Attenzione, state cadendo nella trappola di attribuire a qualcosa al di fuori da voi la responsabilità della riuscita o meno di un progetto d’amore.
Altra cosa fondamentale è uscire il più velocemente possibile dal vicolo cieco dei sensi colpa spostando la propria attenzione alla ricerca della conoscenza di voi stessi.
A Cura di Stefania Carnevali,
Autrice di “Piacersi per Piacere”