Corsi di autodifesa: alcune riflessioni

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Alcuni recenti articoli e annunci pubblicati sui giornali o su siti internet:
Milano: Istituto Superiore Galvani: 50 studentesse sostituiscono le lezioni di Educazione Fisica con lezioni di Difesa Personale…(ne parla Canale 5, il Corriere della Sera e “Grazia”);
Milano: il comune organizza dei corsi di Difesa Personale Femminile denominati “Cintura rosa” (portale del Comune di Milano)
Venezia: il Centro Antiviolenza del comune istituisce un corso per donne con “prove pratiche” utilizzando tecniche Krav Maga (sito del Comune di Venezia);
Legnago (VR): “Quasi 50 donne iscritte ai corsi di autodifesa” gratuiti organizzati dal Comune in collaborazione con una palestra locale di Judo e Ju Jiutsu (dal giornale quotidiano L’Arena)
Verona: la Circoscrizione n.7 organizza un corso antiaggressione riservato alle donne (5 lezioni con istruttori Krav Maga) (portale del Comune di Verona e brochure distribuita ai cittadini);
Roma: presso la palestra Laurentinokkupato/L38squat corsi di autodifesa per sole donne autogestito (disponibile anche un opuscolo gratuito che riassume il programma e le attività);
Lodi: Medici e infermieri a scuola di difesa” organizzato e voluto dalla Direzione Generale dell’Ospedale (articolo su Gente del 20 ottobre)
Cremona: “..dopo Lodi anche i sanitari di Cremona imparano tecniche antiaggressione..”, con tecniche di Judo e Aikido (articolo su Gente)….

… Ne ho riportati solo otto di recenti, presi un po’ “a caso” in tutta Italia, iniziative eterogenee con matrici iniziali diverse, con programmi differenti ma con la stessa motivazione: insegnare alle persone a vincere la paura di potersi trovare in una situazione “a rischio di aggressione” e le tecniche per uscire dal potenziale momento di pericolo.

Ma è proprio cosi? Veramente tutto quello che viene organizzato, pubblicizzato e proposto è proprio quello che fa al caso nostro?  Quanto questi corsi possono essere utili ed efficaci per raggiungere l’obiettivo iniziale? O sta per diventare una “moda” un po’ originale per “fare palestra”?

Le risposte non sono assolutamente semplici e, partendo da questi fatti, vorrei solo proporre alcune riflessioni.

– Innanzitutto è illusorio pensare di imparare l’autodifesa in un corso di 5 -10 o 15 lezioni, anche avvalendosi del “maestro” più esperto, con il programma di insegnamento migliore e comportandosi da “allievi modello”.   L’autodifesa la si apprende non solo con “la mente” ma anche con “il corpo” ed è necessaria una pratica costante nel tempo. Ben vengano quindi questi corsi che durano qualche mese e che certamente male non fanno ma è poi necessario che gli allievi proseguano con lo studio per un periodo decisamente più lungo se vogliono ottenere i risultati sperati.   La mente può apprendere subito; il corpo impiega molto più tempo …

– E’ importante scegliere il corso veramente adatto alle proprie esigenze; se la scelta è non del tutto azzeccata si rischia di “abbandonare per demotivazione” nel giro di poco tempo oppure ottenere dei risultati scadenti se rapportati al tempo speso e alla fatica sopportata.

Conviene quindi, prima di iscriversi (e pagare!), poter vedere e/o partecipare a qualche lezione dimostrativa per rendersi conto se veramente quello che ci accingiamo a fare sia esattamente quello che vogliamo imparare.   Spesso i corsi classici di Karate, Judo, Taekwon-do ed altri sport da combattimento sono finalizzati principalmente alla pratica sportiva e, senza comunque togliere nulla alla loro efficacia anche nel caso dell’autodifesa, trascurano (e a volte non insegnano) molte tecniche importanti in un’ottica principalmente orientata alla difesa personale.

– All’inizio (ma anche quando si è esperti se il “maestro” è veramente valido e di comprovata esperienza) bisogna fidarsi di quello che ci viene insegnato.   Se ad ogni tecnica presentata cominciamo a mettere in dubbio la sua efficacia con la classica domanda: “….ma se invece l’aggressore poi si comporta un quest’altro modo… allora questa tecnica non funziona?” introduciamo tutta una serie di “varianti” che potrebbero distoglierci dall’apprendimento delle “tecniche fondamentali” e ci possono creare non solo confusione ma anche difficoltà ad imparare correttamente e a ricordare quanto appreso.

Con la fiducia, nel tempo, si vedranno certamente i risultati e si capiranno anche molte altre cose che all’inizio potevano sembrare impossibili. Diventa quindi importante avere dei parametri per capire la validità sia del “Maestro” che della “Scuola“.

– Può certamente essere utile avere la documentazione scritta, illustrata, spiegata delle tecniche che si studiano al fine di poter poi rivedere con più calma, riprovare e memorizzare meglio quello che ci è stato spiegato in palestra.  Un buon manuale che riprenda e approfondisca i temi fondamentali e le tecniche dell’autodifesa è sicuramente un valido aiuto per “rivivere” l’allenamento fatto e per ricordare meglio e con maggior chiarezza gli argomenti appresi.

Se questo non fosse disponibile in palestra la cosa migliore è quella di prendere degli appunti su un quadernino appena finita la lezione; riguardandoli a distanza di qualche giorno si aiuta la mente a ricordare e se avessimo la possibilità di ripetere gli stessi movimenti, anche il corpo ne trarrebbe beneficio.

A questo proposito, al fine di dare a tutti un valido aiuto e una dettagliata documentazione sia metodologica che tecnica, sull’esperienza dei corsi di Difesa Personale che io tengo da anni, ho voluto scrivere e pubblicare con Bruno Editore l’e-book “Difesa Personale” che, oltre a descrivere e illustrare le tecniche fondamentali di Autodifesa, raccoglie anche molti consigli e suggerimenti utili per chi ha deciso di scegliere un “maestro” e una palestra dove seguire dei corsi.

Mi auguro e spero che sempre più i Comuni, gli Enti pubblici e privati, le varie Organizzazioni pongano l’attenzione a questi temi e rendano disponibili dei corsi di Difesa Personale alla portata di tutti, in grado di soddisfare in pieno le richieste e le esigenze della gente.  Ma soprattutto diano a tutti la consapevolezza che l’educazione e la prevenzione sono il primo passo per una vera sicurezza sociale.

A Cura di Alberto Barbieri,
Autore di “Difesa Personale”

Pubblicato il: 13 Novembre 2008