Come rendere più efficace la Comunicazione con la Meditazione (prima parte)

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Alessandro VitiLa comunicazione è strutturata in due forme che agiscono in sinergia:
comunicazione interna: pensieri e immagini elaborati nella mia mente
comunicazione esterna: la mia voce, i miei gesti e ogni movimento volontario e involontario del mio corpo, sia quando ascolto che quando mi esprimo.

La comunicazione è pur sempre un’azione, che rientra nella legge: causa/effetto o azione/reazione. Ogni comunicazione è sempre seguita da una conseguenza. Quindi, ogni mio pensiero produce qualche effetto, che sia buono o dannoso dipende da molti fattori, ma, comunque, dipende da me!

Capita spesso a tutti di non ottenere esattamente ciò che ci si aspettava dalle nostre richieste, non diamo sempre la colpa agli altri, quasi sempre abbiamo pensato e comunicato in modo scorretto, non adeguato a ciò che volevamo davvero.

Una corretta comunicazione è molto importante per avere successo in ogni campo, ma soprattutto con se stessi. Se non riesco a capire perché mi comporto in maniera impropria, come mi capiranno gli altri? E’ la mia mente che deve dirigere ogni altra componente, non viceversa. E la mia mente deve andare dove voglio io, non alla deriva…

Spesso la qualità della nostra vita non è determinata da fatti concreti che ci impediscono di essere soddisfatti, ma dal modo in cui interpretiamo le nostre esperienze. Sono io che decido come percepire il mondo che mi circonda, e sono io che decido come reagire agli stimoli che ho deciso di percepire.

Ogni episodio mi dice solo quello che sono disposto ad ascoltare, il resto lo vedo ma non ci do peso, sono dettagli che non mi servono per avvalorare la mia tesi. Un preconcetto, una mia regola per giudicare gli eventi, che mi impedisce di percepire la totalità delle informazioni racchiuse in un singolo episodio.

Se il mio giudizio è affrettato, imparerò poco o niente da quanto ho appena vissuto. Se oltretutto, mi concentro solo sugli aspetti problematici e negativi, trasformerò la mia vita in una costante sofferenza.

A questo punto, viene spontaneo pensare che questi processi interpretativi facciano parte del proprio carattere, abbiamo la sensazione di non avere scelta, possiamo comportarci solo così, “è più forte di me!”.

Queste sono solo scuse! Non è giustificando i propri limiti attuali che miglioreremo le cose. Non possiamo aspettare tutta la vita che il resto del mondo decida di apparirci come farebbe piacere a noi. Cominciamo a percepire gli aspetti che sono già positivi, cerchiamo di farli crescere, produciamo pensieri ed azioni costruttive e il mondo sarà già diverso: un po’ migliore.

Normalmente si pensa che lo stato d’animo sia involontario ed incontrollabile: “Oggi mi sento timido, in questi giorni sono depresso, mi sento inadeguato ad affrontare questa situazione…”.

Ci si sente legati, ingabbiati da stati d’animo limitanti, e quel che è peggio, si crede di non avere nessuna possibilità di gestire le proprie risorse. Se ho paura di affrontare determinate situazioni, non è un caso, vuol dire che in queste situazioni mi sono abituato a farmi un idea debole delle mie risorse (comunicazione interna negativa).

Quindi mi comporterò in maniera limitata, perché ho già deciso di essere inadeguato e perdente (comunicazione esterna limitata), ottengo frustrazione, critiche e giudizi negativi, quindi vado a rafforzare la mia ipotesi di debolezza e inadeguatezza. Il risultato è qualche giorno di depressione

Continua…

A cura di Alessandro Viti
Autore di Meditazione Bioenergetica

Pubblicato il: 16 Giugno 2014