Come parlare in modo chiaro ed efficace

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Non possiedo un intelletto che ragiona per postulati. Anzi, sospettando un leggero predominio dell’emisfero destro sul sinistro, mi sento di affermare che sono più affascinato dai territori inesplorati della fantasia che dalle operazioni matematiche. Eppure, dal punto di vista linguistico, mi trovo costretto a partire da un assioma: l’italiano, come qualsiasi altra lingua del globo, si può parlare come si vuole, ma l’importante è farsi capire.

Il parlare bene non aggiunge nulla al carisma e al prestigio personale di un individuo. Resta il fatto, però, che il cavarsela con disinvoltura nella lingua patria offre notevoli opportunità in qualsiasi ambiente. Essere padroni della propria lingua significa comunicaresaper comunicare vuol dire risultare persuasivi. Scusate se è poco.

Voce e linguaggio, a mio avviso, sono un binomio inscindibile quanto può esserlo lo strumento musicale e lo spartito di note. Essere un buon concertista significa avere accordato al meglio il proprio strumento e conoscere alla perfezione le tecniche, che consentiranno di tradurre in musica le note dello spartito. Allo stesso modo, per essere comunicativi al cento per cento è necessario conoscere da un lato le potenzialità della nostra voce per usarla al meglio delle sue capacità, dall’altro saper esprimerci con proprietà di linguaggio.

Non è qui il luogo per una rassegna delle nequizie linguistiche dovute ai gerghi corporativi, dal burocratese al politichese, ma anche all’informatichese, medichese, avvocatese e via discorrendo. Ne troverete ampi esempi nei miei scritti. Senza dimenticare poi coloro che parlano esclusivamente per assonanze linguistiche, tipo: “Ho un forno a microbombe che cuoce il pollo in due minuti” oppure “L’altra domenica in campagna mi sono imbattuto in un branco di cavalli allo stato ebraico” oppure ancora, detta da un assessore di un piccolo comune: “Attenti, le decisioni che prendiamo a tamburo radente, possono tornarci indietro come un bungalow!”.

Tuttavia, ammettiamolo: tutti, più o meno, commettiamo errori. Molto spesso, l’ansia e l’insicurezza sono cattive consigliere e, pur non volendolo, escono dalla nostra bocca sfondoni grammaticali che mai ci riterremmo capaci di enunciare. Volete qualche esempio?

Siete sicuri al cento per cento che l’articolo che si accompagna alla parola pneumatico sia “il” o non piuttosto “lo”? È giusto dire nel contesto di un periodo: più deteriori, più eterni, più perfetti? Si dice ginocchi ginocchiaorecchi orecchie? Se parliamo di vini, è più corretto centellinare un barberauna barbera”? Com’è più corretto dire: è grandinatoha grandinato?

Sono tanti i dubbi che ci assalgono quando vogliamo esprimerci “in punta di rebbi”. Sono tante le piccole o meno piccole incertezze che feriscono la nostra sensibilità e il nostro orecchio, salvo che noncuranza, superficialità o ignoranza non ci rendano completamente sordi.

Voglio ribadire una verità che ho già confessato altre volte, ma che non è male ribadire: non sono un grammatico e neppure un linguista e tanto meno un teorico di glottologia. Mi ritengo un pragmatico della lingua: parlo e scrivo per professione. Ho approfondito determinati aspetti della lingua parlata e scritta per contingenze professionali e ciò che leggete e leggerete è il risultato della mia esperienza trentennale di comunicatore televisivo.

Ciò che scrivo sull’argomento, com’è ovvio, non possiede virtù taumaturgiche, grazie alle quali saremmo certi di non commettere più sbagli di pronuncia o di sintassi. Ha, tuttavia, lo scopo di tentare almeno di superare quelle innumerevoli incertezze con le quali ci scontriamo ogni giorno quando intratteniamo rapporti con il pubblico attraverso il microfono di una radio o di una tivù, attraverso un comune apparecchio telefonico, in una conferenza o, molto più semplicemente, conversando con amici intorno a un desco o in un salotto.

A cura di Alberto Lori
Autore di Parla Come Mangi,L’Arte della Comunicazione,La Formula Vincente per Comunicare in Modo Eccellente,Voce da Speaker,Dalla PNL alla Quantistica,Riequilibra le Tue Emozioni

Pubblicato il: 1 Gennaio 2011