Come mantenere una buona motivazione a prepararsi per entrare nel mercato del lavoro?

Nella settimana in corso alcuni incontri con studenti universitari e ragazzi alla ricerca della prima occupazione, in concomitanza con le notizie poco incoraggianti sull’andamento del mercato del lavoro, mi ha fatto pensare alla possibile utilità di un nuovo capitolo dell’ebook già pubblicato con il titolo “Sopravvivere al lavoro”.

Non mi sono ancora confrontata con la collega-coautrice Veronica Speri, ma troverei interessante poter aggiungere pure il contributo di tanti giovani che desiderano mettere a disposizione dei coetanei alcuni “trucchi” per mantenere l’impegno nell’attività quotidiana di studio, aggiornamento e ricerca di un posto di lavoro.

La passione che spinge all’approfondimento di un settore privilegiato di conoscenza è certamente un buon carburante per affrontare le gioie e le difficoltà del percorso formativo. Potersi anticipare mentalmente, pero’, nello svolgimento delle professioni vicine ai propri interessi, rappresenta una specie di additivo che fa “viaggiare più spediti”.

Ecco allora che, soprattutto negli inevitabili momenti di stanchezza o di snodo tra una tappa formativa e l’altra o magari in concomitanza con qualche imprevisto che colpisce la vita familiare, si possono ascoltare le notizie negative dal mercato del lavoro con maggiore impatto emotivo. Ciò può abbassare ulteriormente la propria carica motivazionale.

Come fare per mantenersi ben attivi?

Per esempio ricordandosi che tutto funziona grazie all’agire delle persone. Ciascuno fa la sua parte che, a cascata, crea effetti sugli altri.

E quanto le azioni sono supportate dal proprio dialogo interno?

Non reagiamo agli stimoli esterni sempre in emergenza e così lasciando operare i nostri preziosi centri più arcaici del sistema nervoso! Più spesso elaboriamo le informazioni che arrivano e proprio con tali processi cognitivi personali, possiamo riuscire anche a rileggere le criticità come opportunità per liberare le nostre risorse più creative.

Come possiamo pensare, per esempio, che non sia utile costruirsi conoscenze-competenze?

In realtà mi sembra un ovvio e immediato pensiero, a un primo impatto, quando  leggiamo che la crisi attuale sta penalizzando maggiormente, nell’inserimento nel mercato del lavoro, i giovani laureati piuttosto che quelli diplomati.

Ma attenzione: i dati reali sono come una fotografia del momento. Non ci conviene provare a immaginarci un film anziché fermarci al  poco incoraggiante fotogramma?

Dal punto di vista dell’economia familiare ci sarà magari, anche nel prossimo futuro, una certa sproporzione tra l’investimento nel percorso formativo più lungo e le soddisfazioni finanziarie del giovane adulto quando arriverà a occupare la posizione professionale desiderata.

Ma sarà sempre così? Le nostre conoscenze di base aggiornate per passione, d’altro canto, oltre a rendere più complesso e ricco il nostro sguardo sul mondo ci offriranno maggiori possibilità nel lungo periodo.

A cura di Elisabetta Bianchi e Veronica Speri

Pubblicato il: 19 Maggio 2013