Come l’assertività sul lavoro crea persone felici e aziende eccellenti

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Il rapporto diretto esistente tra l’eccellenza della prestazione dei collaboratori e la capacità competitiva espressa da un’azienda è ampiamente condiviso da tutti gli esperti ed operatori.

Assodato che le persone non lavorano solo per denaro, tutte le teorie motivazionali considerano come oggetto del loro studio i desideri dell’uomo e tentano di individuare i motivi che possono stimolare in loro il desiderio di lavorare al meglio.

I risultati di tali studi indicano che, in generale, alle persone piace di più lavorare in modo creativo, con intelligenza e responsabilità e offrendo queste condizioni di lavoro le organizzazioni risultano molto più produttive.

Se concordiamo con il presupposto che lavorare con piacere permette di lavorare bene, risulta di fondamentale importanza gestire correttamente il “modello relazionale” presente in un’organizzazione aziendale. Infatti, i lavoratori apprezzano un ambiente professionale se esiste una buona qualità di rapporto con e tra il management, se possono essere orgogliosi dell’attività svolta dalla società (immagine, reputazione, impegno sociale, etica, qualità dei prodotti-servizi) e se l’ambiente relazionale è amichevole e improntato alla collaborazione di gruppo.

Un’azienda che opera la scelta di favorire una comunicazione assertiva pone i presupposti per generare un ambiente di lavoro nel quale le persone trovano benessere, ovvero risposta ai loro bisogni e condivisione dei valori umani più profondi e ciò si traduce in una serie di concreti benefici anche ai fini della capacità competitiva dell’impresa.

Un diffuso senso di rispetto reciproco fra le persone, a prescindere dal ruolo gerarchico ricoperto, favorisce la possibilità di gestire costruttivamente i conflitti. Esprimere la propria opinione in modo manifesto non viene vissuto infatti come un “azzardo” che può mettere l’interessato in cattiva luce, bensì come l’opportunità di verificare nuove e più creative soluzioni ai problemi.

Evitare la critica tacita ed implicita significa rendere più produttivi i confronti e molto più efficaci le soluzioni adottate. Per non parlare dei risparmi di tempo (basti pensare a tutto quello che viene impiegato nelle aziende per alimentare la “critica da corridoio”) consentiti dalla possibilità di far valere le idee personali o difendere apertamente alcuni valori.

In un’azienda che comunica assertivamente, inoltre, gli obiettivi professionali di ciascuno sono chiaramente definiti e accettati o negoziati dai collaboratori stessi. Così come viene esplicitato il livello di prestazione atteso da ognuno e la qualità del lavoro viene apprezzata e riconosciuta in modo palese. In questo modo le persone colgono chiaramente il valore del loro contributo al successo dell’impresa e sono stimolate a ricercare produttive sinergie e ad offrire collaborazione ai colleghi.

Il modello relazionale assertivo, partendo dal fondamento del reciproco rispetto, consente una concreta valorizzazione del “capitale umano”, risorsa strategica di ogni azienda, e offre ai “capi” la possibilità di ispirarsi ad una leadership al servizio del gruppo e non sul gruppo.

Il cambiamento da operare può essere faticoso, perché mette in discussione cattive abitudini che – purtroppo – a volte sono molto radicate nel tessuto culturale dell’azienda, ma i risultati che è possibile ottenere sono talmente positivi, sotto tutti i punti di vista, che mi sento di sostenere che ne vale assolutamente la pena!

A cura di Bruna Ferrarese
Autrice di Comunicazione Assertiva

Pubblicato il: 1 Marzo 2011