Come evitare la “Sindrome del Figliol Prodigo”

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Durante la separazione sovente accade che quello dei due che lascia la casa coniugale, in attesa di trovare una propria sistemazione abitativa, torni a vivere presso i propri genitori. Questa scelta, che al momento può sembrare la più naturale, nasconde però notevoli insidie, specie se la permanenza presso la famiglia di origine si protrae nel tempo.

Il nuovo arrivato, ancorché bene accolto, di fatto è un intruso la cui presenza può interferire negativamente nelle dinamiche dei rapporti già in atto. Ma questo rischio non è l’unico. Ne esiste un altro più subdolo ma altrettanto e forse più insidioso. Quello che nel mio libro ho chiamato la “Sindrome del Figliol Prodigo”.

Ricordate la parabola evangelica? Un figlio chiede al padre la sua parte di eredità e va per il mondo a sperperarla finché, ridottosi in miseria, è costretto a ritornare alla casa dalla quale era partito con la coda tra le gambe. Ma il padre, invece di respingerlo o di punirlo, lo accoglie a braccia aperte e organizza addirittura una grande festa in suo onore.

La parabola ci insegna molte cose ma a noi interessa rilevare questo: la capacità di amore dei genitori nei confronti dei figli è davvero illimitata. E cieca, al di là del bene e del male.

Può accadere che i genitori vivano il reingresso del/la figlio/a separato in seno alla famiglia di origine come una sorta di ritorno all’ovile del “figlio perso e ritrovato”.

Quasi come fosse la chiusura naturale di un ciclo che ha visto il/la figlio/a che hanno cresciuto ed educato  staccarsi da loro e andarsene per le strade della vita, salvo poi rientrare, non importa se per necessità o a seguito di un ravvedimento, nel porto sicuro della famiglia di origine, l’unico posto al mondo dove può trovare tutto l’affetto, tutte le cure, tutte le attenzioni di cui ha bisogno.

E’ superfluo sottolineare come tutto ciò sia pericolosamente regressivo, possa creare facili illusioni e aspettative sbagliate e non corrisponda, nella maggior parte dei casi, alla realtà.

Per cui fate molta attenzione: accettare un ruolo che vi riporta in un passato che non può più ritornare significa avallare consapevolmente un inganno ed è un torto che i vostri genitori certamente non si meritano.

A cura di Lucio Cattaneo
Autore di Separarsi

Pubblicato il: 10 Ottobre 2010