Come è possible cambiare la propria realtà
Il nostro personale modello di realtà nasce anche dalle nostre convinzioni, coltivate anno per anno. “Il pericolo non viene da ciò che conosciamo, ma da ciò che crediamo sia vero e invece non lo è”, diceva Mark Twain. Siamo il risultato diretto dei nostri convincimenti. Ciò che noi crediamo determina i nostri risultati. Lo sappiamo bene, lo viviamo ogni giorno sulla nostra pelle.
Stiamo per andare a svolgere un compito impegnativo ed iniziano i primi dubbi: ne sarò capace? Sarò all’altezza? È certo che in questo modo partiamo con il piede sbagliato perché non daremo il massimo di noi stessi e confermeremo ciò che ripete la vocina nel cervello: “Tanto non ce la fai!”. Certo, può succedere anche il contrario. Dobbiamo affrontare un impegno complicato, ma dentro di noi sappiamo che non possiamo fallire. Siamo motivati e ci dà la carica la vocina dentro di noi che sussurra: “Dai, non mollare!”
Da dove derivano questi convincimenti limitanti o potenzianti? Dal nostro modello. E da dove nasce il modello che ci siamo costruiti? Dalle reti neurali del nostro cervello. I neuroni sono le cellule nervose che hanno il compito di elaborare le informazioni. “Sappiamo che le cellule nervose che si attivano contemporaneamente si collegano, creando una rete neurale. Se vi esercitate molto in qualcosa, quelle cellule nervose stabiliscono una relazione a lungo termine. Se vi arrabbiate ogni giorno, se vi sentite frustrati ogni giorno, se siete depressi ogni giorno, ricollegate e reintegrate quella connessione di cellule nervose ogni giorno. Create una rete neurale che avrà una relazione duratura con tutte le cellule nervose chiamate l’identità”.
I pensieri consci ripetuti spesso diventano inconsci. Vi ricordate quando avete imparato a guidare l’auto? Per i primi mesi di guida ogni vostro gesto era consapevole, doveva avere tutta la vostra attenzione. Adesso, se è già passato qualche anno, la vostra guida è divenuta inconscia, non dovete pensarci più, affidate la guida al pilota automatico che si trova nella vostra testa. Avviene lo stesso con i comportamenti. Se a determinati stimoli rispondiamo ripetutamente con lo stesso atteggiamento, quel comportamento diverrà un programma automatico, inconscio. È come in un computer: l’hardware legge il software, ma se questo è sempre lo stesso, leggerà di continuo il medesimo programma.
È, tuttavia, possibile spezzare gli schemi di pensiero che non ci piacciono. È possibile rompere il ciclo continuo di un programma divenuto ripetitivo. Sono indispensabili: sforzo di volontà e consapevolezza. Dobbiamo cominciare a diventare osservatori del nostro stesso pensiero perché soltanto in questo modo saremo in grado di esercitare su esso il nostro controllo.
Se la rete neurale rappresenta il modello, la creazione di nuove sinapsi crea nuovi modelli di realtà. Noi non siamo le convinzioni che hanno costruito il modello. Dobbiamo renderci conto che abbiamo il potenziale per cambiarlo, per modificare il programma e far girare l’hardware del nostro cervello con software ben più raffinati di quello di partenza. La nostra personalità è fatta di attitudini genetiche, ereditate dai nostri genitori, di ricordi, comportamenti, valori, convincimenti, sotto forma di schemi sinaptici.
Io non sono né il modello, né le informazioni che ricevo. Il modello non è né giusto né sbagliato, è soltanto una piattaforma di partenza. Le neuroscienze ci stanno dimostrando che noi siamo di più dell’hardware del nostro cervello, siamo di più dei nostri circuiti neurali.
Il cervello è il laboratorio della mente. Allora, se è così, grazie alla sua malleabilità, possiamo pensare che abbiamo il potere di modificare la mappa delle nostre vie neurali. È possibile cambiare cablaggio.
La mente consta di due parti:
* Il subconscio, il cervello originario, il più antico, è in grado di elaborare 40 milioni di bit d’informazioni al secondo, provenienti dall’ambiente. È potente, rapido ma abitudinario, ripetitivo, manca di creatività.
* La neocorteccia frontale, il cervello più recente, dà origine alla coscienza ed elabora 40 bit di informazioni al secondo. La mente conscia è lenta, ma molto creativa. Grazie a essa, diamo vita al libero arbitrio.
Il compito del subconscio consiste nel creare la realtà ricavandola dal programma. Quindi, se siamo stati mal programmati, dato che, secondo gli studi neuro scientifici, per il 95% della giornata noi ci affidiamo al nostro pilota automatico (la mente inconscia) e soltanto per il 5% alla nostra consapevolezza (la mente conscia), continueremo a creare esperienze negative nella nostra vita.
Perché ri-proponiamo sempre gli stessi comportamenti? Perché commettiamo sempre gli stessi errori? Il problema sta tutto nel fatto che la vita vissuta non riflette ciò vogliamo, ma il programma che abbiamo ricevuto. L’unica via d’uscita è rappresentata dalla coscienza. Soltanto se siamo consapevoli di ciò che facciamo, non metteremo in funzione il solito nastro del registratore inconscio.
Nella neocorteccia c’è la nostra personalità, la nostra identità conscia. L’identità forma le nostre abitudini e i nostri comportamenti. Alla base dell’essere c’è la coscienza. Se creiamo coscientemente il nostro destino, se dal punto di vista spirituale accettiamo l’idea che i nostri pensieri possono influenzare la nostra realtà e la nostra vita (perché la realtà è la vita), allora possiamo diventare gli scienziati della nostra vita. La grandezza non ci verrà da quello che facciamo al corpo, ma da quello che facciamo alla mente.
A cura di Alberto Lori
Autore di Parla come mangi, L’arte della comunicazione, Voce da speaker