Come analizzare un sistema logistico: logistica distributiva e reverse logistic (prima parte)

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Andrea CattaneoLa logistica, ricoprendo il ruolo di attore aziendale che si occupa di gestione di tutti gli spostamenti di merce, si compone di elementi molto vari.

Analizzare un sistema logistico serve per identificare e chiarire come opera la logistica aziendale (ossia secondo quali schemi e quali principi) e anche (soprattutto) per trovare aree di miglioramento del servizio o di ottimizzazione dei costi.

In ogni caso, che la necessità sia progettare dei miglioramenti del sistema, oppure identificare strategie di riduzione dei costi del servizio, analizzare la catena logistica significa mapparla: cioè creare uno schema che permetta di “guardare dall’alto” la catena logistica, cogliendone gli aspetti fondanti, e, al primo colpo d’occhio, comprenderne i flussi fisici e informativi.

Per condurne l’analisi è necessario anzitutto definire il tipo di sistema: la logistica può infatti anzitutto essere percorsa nelle due direzioni, ed essere quindi una logistica distributiva (ramo discendente), oppure di una logistica di ritorno (reverse logistic; ramo ascendente).

Inoltre, la rete logistica può essere strutturata secondo due differenti modelli, alternativi: si può avere una rete logistica centralizzata, oppure una rete logistica distribuita.

Vediamo ora più nel dettaglio le differenze tra le due direzioni della logistica: logistica distributiva e logistica di ritorno. Ne evidenzieremo sinteticamente le fasi operative fondamentali, oltre che i parametri di misura di riferimento (i cosiddetti KPI – Key Performance Indicators: parametri chiave di prestazione).

Logistica distributiva:
Come si evince dalla definizione, si occupa di distribuire le merci dal produttore al consumatore.
Le sue fasi fondamentali sono:
approvvigionamento dei beni dai produttori: acquisto, ricevimento merci e messa a stock;
lavorazione della merce in magazzino (aggiunta di valore alle merci tramite operazioni di prelievo, kitting, imballo, rilavorazioni diverse quali etichettature, allestimenti particolari, ecc.);
consegna alla rete di vendita (direttamente alle destinazioni finali oppure attraverso dei punti di transito – transit point – sul territorio).

I driver di servizio (cioè i KPIs) più importanti del ramo ascendente della logistica sono rappresentati dalla completezza e dalla puntualità delle consegne. La completezza e la correttezza delle consegne garantiscono alle diverse fasi della filiera distributiva la mancanza di errori e dunque la rispondenza di articoli e quantità richiesti dalle fasi a valle.

La puntualità delle consegne garantisce che tali articoli e quantità corrette arrivino a destinazione nel momento giusto. Il livello di servizio è quindi ben misurato da questi parametri di qualità.

Dal punto di vista dell’efficienza, essa è misurata in genere da parametri di produttività (del magazzino, dei trasporti), e di conseguenza dal costo unitario per unità di merce movimentata. Lo scopo è ovviamente quello di ridurre i costi unitari senza ridurre il livello qualitativo del servizio.

Continua…

A cura di Andrea Cattaneo
Autore di Logistica Efficiente

Pubblicato il: 23 Giugno 2010