Come affrontare il giorno dopo le dimissioni

Avete fatto il grande passo, rassegnato le dimissioni e lasciato il lavoro. Il peso di questa decisone si fa sentire qualche giorno dopo come un macigno sullo stomaco. Quando vi alzate la mattina non c’è più il vostro abituale posto di lavoro ad attendervi, ma una nuova vita tutta da creare da zero. Finalmente il vostro destino professionale è nelle vostre mani, non più in quelle dell’azienda: è una sensazione bellissima.

Passata l’euforia dei saluti e degli auguri da parte dei colleghi, arriva il momento più difficile. «Beato te che te ne sei andato» è la frase più ricorrente. Adesso tutti vi invidiano e vorrebbero avere il coraggio di lasciare l’azienda come avete fatto voi. In realtà nessuno dei colleghi ha mai fatto questo passo, eppure sono tutti prodighi di suggerimenti:

«Secondo me dovresti proprio fare così»
«Ti consiglio io: devi fare in questo modo»
«Bravo, hai fatto proprio bene. Lo farei anch’io, ma ho famiglia…».

Ma se sono così esperti e bravi a dare consigli, così invidiosi della vostra scelta di dare le dimissioni, perché non lo fanno anche loro? Se fosse facile lasciare il lavoro lo farebbero tutti!
Finalmente ve ne siete andati, non prima di aver detto tutto quello che pensate dell’azienda, dei colleghi e soprattutto dei capi. Avete liberato pensieri e critiche accumulate per anni, in un certo senso vi siete tolti un peso. Da dipendenti non potevate commentare liberamente persone e procedure, ora dall’esterno vedete tutto con serenità.

Attenzione però a non abusare della libertà di parola che la vostra nuova condizione di dimissionari vi concede. Nel mondo del lavoro si incontrano spesso le stesse persone, soprattutto nel medesimo settore, pertanto conviene mantenere sempre buoni rapporti con tutti e mantenere, per così dire, “la porta aperta”. Lasciare un buon ricordo di sé non è mai sbagliato. Nessuno può sapere in anticipo cosa succederà in futuro. Potrebbe benissimo accadere che, da libero professionista, vi capiti di lavorare per la stessa azienda che vi ha visto dipendenti.

Avete preso la decisione finale e dato le dimissioni, non è stato poi così difficile. Avete lasciato l’azienda e vi dirigete in mare aperto. Guardare indietro, verso il vostro vecchio posto di lavoro è una sensazione incredibile. Vedete la vostra ex-azienda allontanarsi sempre più, come un’isoletta nel mare. Solo ora la percepite in tutta la sua piccolezza. Un nuovo mondo si apre davanti a voi, ricco di occasioni di crescita professionale e di possibilità commerciali.

Il dipendente che lascia il lavoro a favore della libera professione deve essere pronto a cambiare mentalità in maniera radicale. Ad esempio il dipendente esegue mansioni stabilite da altri, il professionista al contrario decide come agire al meglio per la soddisfazione del cliente.

La fiducia nelle proprie capacità professionali è fondamentale per il libero professionista. Credere nel proprio successo è la spinta che deve portare all’azione. Dovete essere estremamente motivati per muovervi nel vostro settore. Conoscenze e abilità tecniche si possono sempre acquisire, ma un’autentica passione per la vostra professione fa parte di voi, nessuno ve la può insegnare.

Avere una forte motivazione è fondamentale per riuscire nella libera professione. Essere scontenti del proprio posto di lavoro non basta, non è sufficiente. Se non siete pronti per lavorare in autonomia e se quello che cercate è solo un datore di lavoro diverso da quello attuale, allora tanto varrebbe rimanere in azienda!

Scegliere la libera professione non deve essere un ripiego, ma un’autentica scelta di vita!

A cura di Alessandro Muscinelli e Laura Tentolini
Autori di Da Dipendente a Professionista, Dalla Vetrina al Magazzino

Pubblicato il: 9 Agosto 2011