Bugie e status sociale: quando la non accettazione del proprio status sociale diventa fonte di bugie.

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Sono qui di nuovo a parlare di bugie in occasione dell’uscita del mio ultimo lavoro “Da Grande Sarò Ricco” in quanto una situazione in cui a volte capita di incappare è quella in cui ci troviamo di fronte ad una persona che vuol mostrare di appartenere ad un ceto socio-economico superiore a quello reale.

Il lasciar credere dolosamente qualcosa di non vero traendone vantaggio rientra in quella categoria di bugie che nel libro “Scacco alle bugie” ho definito bugie di omissione.

E’ un tipo di comportamento che se ostentato da parte di una persona che ci è indifferente magari può generare in noi tutt’al più dell’ilarità. Ma quando a comportarsi così è una persona a cui teniamo, può nascere in noi un senso di offesa e di risentimento.

Come comportarsi allora in una siffatta situazione? Come portare il nostro interlocutore ad essere più vero nei nostri confronti senza offenderlo a nostra volta o metterlo sulla difensiva nei nostri confronti?

Spesso la gente in queste situazioni preferisce far finta di niente finché può e quando non ne può più comincia ad allontanare il soggetto senza dare spiegazioni. Ma così facendo non si aiuta il bugiardo, il quale, lasciato a perseverare nell’errore, potrebbe presto ritrovarsi isolato da tutti.

Un vero missionario della comunicazione non lascerebbe mai il suo interlocutore senza un messaggio chiaro riguardo a ciò che lui pensa di quel tipo di comportamento. Non si esimerebbe mai dall’aiutare il bugiardo ad uscire dalla sua stessa trappola.

Contemporaneamente userebbe tutta le sue capacità comunicative per cercare di non ferire la persona in esame inducendolo a collaborare piuttosto che a fuggire dalle sue responsabilità.

Come fare? Vi fornisco un esempio:

Supponiamo che Paola, pur infatuata di Marco, sia offesa dal fatto che questi cerchi di farle credere di appartenere ad un ceto socio-economico molto superiore a quello reale.

Vorrebbe fargli capire, senza offenderlo, che a lei Marco piacerebbe anche povero.

Primo step: ribaltare lo schema.
Sai, Marco… una volta mi piaceva un ragazzo molto carino, ma molto più ricco di me. Per attirare la sua attenzione cominciai a recitare il ruolo di una ragazza più ricca. Spendevo un sacco di soldi in vestiti, scarpe ed accessori per non mostrarmi da meno di lui.

Finché compresi che quello che quello che di me gli piaceva era proprio la mia parte più semplice. Quando lo capii, purtroppo lui pensava ormai che anche io fossi come le persone che lui frequentava di solito e che non gli piacevano affatto. Persi così l’opportunità di creare un legame importante mostrando semplicemente quello che ero.

Secondo step: trovare almeno un motivo per giustificare positivamente il suo comportamento.
Sai ti dico questo perché a volte noto che cerchi di metterti in evidenza ai miei occhi parlando di cose che a me non interessano molto come i soldi, le macchine, ecc…

Anche se pensare che lo fai per attirare la mia attenzione mi lusinga, vorrei che sapessi che sono altri gli aspetti che apprezzo di te.

Terzo step: indirizzarlo verso il giusto comportamento.
Mi piace la semplicità, per questo se mi vuoi fare cosa gradita mostrati semplice, ma soprattutto vero. Vedrai che troverai in me una persona che ti saprà sempre apprezzare per quello che sei.

Che dite è impossibile confezionare una strategia simile?
Basta dare importanza prima alle persone, poi al resto.

Ad maiora.
A Cura di Valter Romani,
Autore di “Scacco alle Bugie”

Pubblicato il: 28 Novembre 2008