5 Segreti per trasformare la fine di un lavoro da dipendente in un’opportunità di crescita professionale

Laura TentoliniPerdere l’impiego può rappresentare un’opportunità di rinascita professionale, un’occasione per mettersi alla prova davvero, per crescere, per sentirsi realizzati. L’obiettivo è trasformare la frustrazione del dipendente in un’occasione per riflettere e dare voce alle proprie attitudini. In questa prospettiva, la fine del lavoro dipendente non rappresenta una perdita ma al contrario la possibilità di iniziare una nuova vita più appagante.

Ecco 5 segreti, 5 spunti di riflessione per trasformare la fine di un lavoro da dipendente in un’opportunità di crescita professionale:

1. L’attività del libero professionista permette di usare appieno le proprie attitudini personali e capacità professionali. Quanti lavoratori dipendenti possono dire lo stesso?

2. Da libero professionista si lavora con passione su temi che interessano. Finalmente è possibile sviluppare le proprie attitudini e capacità naturali. Da dipendente una cosa del genere è impensabile: le mansioni del lavoratore sono decise da altri in base alle necessità dell’azienda.

3. Da liberi professionisti si lavora su vari fronti ogni giorno (clienti, fiscalista, formazione personale, nuovi contatti, nuovi strumenti di lavoro), si decide in autonomia, si conoscono differenti aspetti e problematiche legate all’attività, fornitori, aziende e tecnologie. Diventa abituale trattare con persone nuove, in lingue diverse. Tutta l’esperienza fatta rimane patrimonio del professionista, non dell’azienda. I nuovi contatti sono del professionista, non dell’azienda.

4. Troppo spesso il dipendente si ferma alla prima ditta che lo assume, magari senza considerare gli studi fatti e gli interessi personali, tanto per avere uno stipendio a fine mese. Quando arriva a casa la sera è frustrato, insoddisfatto, stanco come se avesse fatto chissà cosa. Il professionista, al contrario, lavora per se stesso con soddisfazione: quando si fa qualcosa che piace non è più un lavoro, il lavoro non pesa e non si sente la fatica.

5. Il professionista può fare di tutto, tentare strade nuove, tornare indietro e cambiare idea. Certo, se sbaglia l’onere è tutto suo, non può incolpare l’azienda dei propri insuccessi. Ma se lavora bene e gli affari girano, anche soddisfazione e ritorni economici sono suoi! Il dipendente, al contrario, esaurisce in azienda tutte le opportunità di carriera che sono nelle mani dei superiori. Non a caso, per avere un aumento si fa prima a cambiare lavoro che aspettare la promozione! Se anche in azienda si liberasse un ruolo interessante, il più delle volte la selezione della nuova figura si rivolge all’esterno. Spesso l‚azienda non pensa nemmeno di valorizzare le risorse che conosce bene ma preferisce assume “a scatola chiusa” qualcuno da fuori che non ha mai visto: non è assurdo?

L’idea di realizzarsi professionalmente può diventare realtà. È il momento di costruire un progetto attorno al sogno, di pensare a un modo diverso di vivere il lavoro, non più inteso come impiego da dipendente ma come libera professione.

Il nostro ebookDa Dipendente a Professionista” spiega cosa cambia nella vita di un dipendente quando decide di diventare un libero professionista e analizza tutti gli aspetti da affrontare prima di lasciare l’impiego. Questo ebook vi accompagnerà dal momento delle dimissioni fino a muovere i primi passi nella libera professione.

A cura di Laura Tentolini

Pubblicato il: 18 Giugno 2012