Assegno non pagato –Grazie alla pianificazione finanziaria l’azienda ne soffre meno

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Ciao ti voglio raccontare un fatto reale accadutomi a fine marzo 2009-
Sono stato chiamato da una mia Cliente che ha una piccola impresa, estremamente attenta alla pianificazione finanziaria e alla correttezza in ogni senso.
Grazie anche a questa mentalità negli anni la ditta è riuscita a farsi affidare bene da più banche, creandosi inoltre un piccolo fondo di liquidità da utilizzare per le emergenze.
C’è da precisare che difficilmente l’azienda ha utilizzato l’extrafido, è sempre rimasta nei parametri ed ha una valutazione di rating buona.
La responsabile aziendale mi chiama poiché ha ricevuto un assegno insoluto di circa 30.000 euro e mi ha chiesto di accompagnarla in banca per richiedere la possibilità di un finanziamento temporaneo per scoperto di conto corrente sino allo sperato pagamento dell’Assegno dall’emittente, per evitare di andare a utilizzare fidi presso altre banche o utilizzare i propri fondi che in questi periodi possono veramente rappresentare una sicurezza.
L’assegno emesso dal debitore era ormai presso il notaio, e così come previsto dalla legge entro 60 giorni dall’emissione dovrebbe essere pagato altrimenti l’emittente sarà iscritto alla Centrale d’Allarme Interbancaria (CAI) con la conseguenza di non poter emettere assegni per il periodo di 6 mesi oltre a scattare le conseguenze (sanzioni pecuniarie e revoca di sistema)
Poiché con quell’insoluto la ditta andava scoperta di conto in extrafido, la banca richiedeva il rientro anche per non penalizzare l’impresa che sarebbe segnalata in centrale rischi come sconfinata.
La piccola impresa aveva delle fatture da portare al SBF per pagare i debiti di fine mese.
Abbiamo chiesto quindi al gestore bancario se si poteva avere un fido temporaneo autorizzato in maniera da non pagare tassi esagerati e per non essere segnalati. Questo affidamento avrebbe permesso anche di pagare i debiti a fine mese senza “fatica”.
La risposta come già immaginavamo è stata – “Non si può. Ora dare gli scoperti di conto corrente diventa un problema, è fuori dalle nostre autonomie, eventualmente portate i documenti che vediamo se possiamo aumentare il fido per il salvo buon fine, ma sarà difficile per il fido di cassa.”
A quel punto mi sono alzato e ho detto al funzionario : “ok ci aspettavamo una risposta del genere, comunque ora che abbiamo bisogno, voi non ci aiutate, è inutile che Lei ci darà un fido ulteriore chissà tra quanto.”
La mia Cliente aggiunge: “Fortunatamente fidi di Salvo Buon Fine presso altre banche ne abbiamo e liberi da poter utilizzare. Il problema sarà che anticiperemo presso un’altra banca, copriremo il Vostro scoperto e purtroppo non pagheremo parte di altri fornitori nei tempi giusti – Grazie lo stesso “

In realtà, grazie alla attenta pianificazione dei flussi finanziari che nel tempo era stata fatta costantemente, l’impresa è riuscita a far fronte agli impegni con la copertura finanziaria data dai fidi presso le altre banche e parte di utilizzo dei fondi di autofinanziamento

“L’uomo riesce a fare qualcosa solo dopo aver compreso che deve contare solo su se stesso.”
Sartre

Purtroppo questi sono casi reali la correttezza in questi episodi conta sicuramente , ma quello che importa sono i capitali alle spalle o bisogna essere finanziati bene, e prevedere l’occorrente prima del bisogno, per non incorrere in momenti che hai necessità.
In questi momenti, chissà come mai, spesso non riesci a trovare l’aiuto che ti serve e soprattutto in tempi rapidi.

E tu cosa ne pensi?
A Cura di Patrizio Gatti,
Consulente di direzione aziendale
Autore di “Amministrare l’Azienda”

Pubblicato il: 22 Aprile 2009