Quando sentivo nominare la parola “felicità” , il mio immaginario andava ad una realtà perfetta, dove tutto era esattamente come avrei voluto che fosse, dove tutto funzionava a meraviglia, dove regnavano rapporti idilliaci con le altre persone e altre fantasticherie del genere. Un immaginario irrealizzabile. Ecco perché continuavo a dichiarare che la felicità non esiste. Al massimo esistevano momenti di serenità che duravano un soffio, perché subito succedeva qualche situazione che rompeva l’incantesimo.
Come attivare la chimica della felicità
di Giacomo Bruno
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