La nascita della Moneta (parte 4/10)

Foto Iniziale

Pur con tutti i vantaggi apportati dal baratto rimanevano comunque molti problemi insoluti:
innanzitutto quando si effettuavano commerci con altri villaggi era problematico trasportare con se la moneta di scambio. In secondo luogo, non è detto che essa fosse alla base della dieta dell’altro villaggio (magari non utilizzavano grano ma orzo oppure non era gradita la carne di pecora).

Occorreva a questo punto una merce di scambio che per tutte le popolazioni (da qualsiasi parte del mondo aggiungerei io) fosse accettata a prescindere dalle proprie tradizioni culinarie.

La “moneta di scambio” adottata fu l’oro (considerate che l’evolversi di tutte le idee sopra descritte hanno impiegato secoli e secoli per essere attuate, e nel frattempo l’uomo aveva conquistato la capacità di lavorare i metalli). Rapidamente tutti i popoli hanno basato le loro ricchezze sui possedimenti auriferi. Per facilitarne l’impiego e renderlo quindi un mezzo che avesse proprietà di tipo frazionabile, fu lavorato in modo tale da avere dimensioni piccole e maneggevoli. La forma più comune fu il disegno discoidale vero e proprio antenato delle monete.

Le monete d’oro avevano tutti i vantaggi richiesti per il baratto. Erano frazionabili (anche se per il commercio interno alle comunità era scomodo per via del suo alto valore), non deperivano, venivano accettate da tutti, erano facilmente stoccabili e non presentavano costi per il mantenimento. Ma rapidamente si presentarono i primi problemi:

Ogni comunità dava alle proprie monete forme e pesi differenti quindi era problematico, di volta in volta, stabilire se la moneta di un villaggio valesse più o meno di quella di un altro. Per superare quest’ostacolo, ogni regnante (nel frattempo i villaggi erano diventati molto grossi ed in un territorio erano presenti molti villaggi a formare un piccolo stato) impresse le effigi del proprio regno sulla moneta creando di fatti i primi tipi di conio. I mercanti internazionali avevano quindi una tabella con i rapporti di scambio fra le varie monete (un primo esempio di forex elementare).

I “furbi” però erano sempre in agguato e, visto che le monete avevano un valore coniato riconosciuto dai mercanti, hanno pensato bene di alleggerire le monete per arricchirsi. In pratica, ogni volta che questa moneta passava dalle mani del furbetto, quest’ultimo ne grattava via un po di polvere d’oro in modo tale che, col tempo, potesse avere sufficiente oro per crearne delle altre ed arricchirsi.
Questo malcostume era talmente diffuso da costringere in breve ad una rigida regolamentazione dei conii.

Tutti gli stati (comunità diventate così grande da imporsi su tutte le altre dettando legge) decisero di togliere ai vari “signori” del villaggio la facoltà di creare moneta e se ne arrogarono il diritto. In pratica le monete acquisirono alcune caratteristiche che ne garantivano l’autenticità (un pò come la moderna filigrana):

tutte le monete furono delimitate da un cerchio (o da un altra forma decisa dal regnante) che ne delimitava i contorni e le misure affinché quella fosse riconosciuta valida. E’ logico che se una moneta non presentava tutto il “cerchietto” attorno integro significava che qualcuno avesse asportato dei trucioli d’oro e, quindi, che non aveva più il peso in oro dichiarato (cioè valeva meno). Di conseguenza non avrebbe più avuto il valore comunemente accettato (in pratica, diventavano fuori corso).

Tutt’oggi, nelle monete è ancora presente il cerchietto in rilievo insieme ad una zigrinatura (adottata nel medioevo con l’aumento della tecnologia per vedere se la moneta fosse stata levigata) a retaggio dei vecchi conii storici e sicuramente non perché grattando una moneta contemporanea essa perda di valore (il metallo per formare una moneta attuale non vale praticamente nulla).

A Cura di Patrizio Messina,
Autore di “Autoconsulenza Finanziaria”

Pubblicato il: 5 Aprile 2009